lunedì 26 gennaio 2009

Gli spahetti con gli asparagi sono buoni un casino

Leopardi mi piace perché penso di avere molte cose in comune con lui: l'infanzia trascorsa in ambiente bucolico, la delusione per l'ignoranza diffusa, i tentativi di fuga da una realtà quotidiana deprimente... L'unica differenza è che la di lui memoria è stata consegnata all'immortalità per l'immenso contributo dato alle patrie lettere; però rispetto a lui che era gobbo e cieco io sono alto 1 e 75 e c'ho un occhio che becco gli asparagi a dieci metri. Voi direte che non c'è paragone fra l'immortalità e gli asparagi, dimentichi però di quanto siano buoni gli spaghetti con gli asparagi. Sono molto buoni gli spaghetti con gli asparagi. Forse Leopardi avrebbe ribattuto che per la gioia di mangiare un piatto di spaghetti con gli asparagi ho pagato un caro prezzo: ho dovuto strappare dei teneri asparagi dal terreno sul quale crescevano quieti e ignari (non guardatemi così, era lui che diceva che camminando in un prato faccio del male perché calpesto l'erba), poi ho costretto un contadino a raccogliere il grano togliendogli una giornata che altrimenti avrebbe potuto passare con la sua famiglia, e così via finché il piatto arriva a me, inconsapevole ed ingrato fruitore degli sforzi altrui. Ma in verità (in verità vi dico) è proprio questo che Leopardi non ha capito: se tutto quello che rende felice me rende infelice qualcun altro e quello che non rende infelice qualcun altro rende infelice me, allora posso essere felice solo accettando l'infelicità generale. Il pensiero di Leopardi in sintesi potrebbe essere: "tutto finisce male, quello che non finisce male finisce comunque per morire". Il corollario che non ha dedotto è che allora la felicità sta nel comprendere la propria natura mortale e infelice così da riuscire ad accettare la quantità necessaria (perché inevitabile) di tristezza che accompagna la nostra vita. Non si può ridurre a zero il dolore che proviamo e che provochiamo nella nostra esistenza, l'unica cosa da fare è ricordarsi che è solo per poco.

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