mercoledì 25 febbraio 2009

martedì 24 febbraio 2009

More redheads, please.

Qualche anno fa andai in vacanza in Calabria e incontrai una ragazza di nome Laura. Capelli rossi, occhi verdi e lentiggini, sarcasmo pungente e battuta pronta. Sarebbe stata perfetta escludendo il fatto che mi odiava a morte. Tra di noi era battaglia aperta, un turbinio senza fine di insulti a madri e sorelle, solo che mentre per me era un flirt (espressione del desiderio di infilarle la lingua giù per l'apparato digerente) per lei era odio sincero (espressione del desiderio di vedermi appeso a un lampione per i capezzoli). Così, mentre la corteggiavo senza posa (supponendo che le allusioni alla lobotomia contino come corteggiamento), lei si mise con uno che per piacerle una sera aveva detto questo: "oh, sei fascista? Anch'io. I fascisti sono di sinistra, giusto?". E non pensate male, sto parlando di quattordicenni, a quell'età è o Che Guevara o Mussolini o Valentino Rossi. Il punto è che da questa esperienza ho imparato che... che bisogna... che quando devi... Beh, in effetti ho imparato solo che mi piacciono le rosse e le stronze. E a ben vedere non c'è nient'altro da imparare: a me basta sapere cosa cercare.

domenica 22 febbraio 2009

A mia difesa

Posso solo dire che le decisioni prese dopo l'una di notte non sono per niente ascrivibili alle mie facoltà mentali.

giovedì 19 febbraio 2009

Fondamentali

Quando giochi a scopone, se il tuo compagno anticipa una carta, non aspetti che passino tre turni per rimettergliela, lo fai subito, okay? E se sei il cartaro non sparigli prima degli avversari, e se giochi contro il cartaro non riapparigli e che dio ti aiuti se riapparigliando lasci scopa. E soprattutto non chiedi alla fine di ogni mano di giocare "che ogni denara vale un punto, come alla romana", okay? E' uscito che a Roma sanno pure giocare a carte, ora. Io le regole base ve le ho date, se fate un altro errore così vi stacco i pollici, okay? Okay.

martedì 17 febbraio 2009

N. Cessario

Qui lo posso dire: vivere è un bel macello. Tante volte vorrei che le cose andassero diversamente. Il fatto è che le cose vanno come devono andare: la realtà, diceva Hegel, è un continuo succedersi di momenti ciascuno dei quali rappresenta il risultato di quelli precedenti e il presupposto di quelli seguenti. Fra tutte le possibilità che mi sono state offerte ho scelto quelle che mi hanno portato fin qui, e non avrebbe potuto essere altrimenti perché avevo già vissuto le esperienze che mi avrebbero condotto a scegliere così. E' tutto uno strano insieme di caso e cause, dove ciò che avviene per caso ci costringe a scegliere e a vivere eventi che influenzeranno le scelte successive dettate dai casi successivi. Forse scelte migliori avrebbero fatto di me una persona migliore, ma l'io che sono adesso è l'unico io che posso essere. Si riduce tutto al fatto che la vita non va come vuoi che vada o come è giusto che vada, ma come è necessario che vada. Saperlo non lo rende più facile da accettare.

domenica 15 febbraio 2009

E non provarci mai più (lo schiaffo come deterrente)

L'unico modo sicuro per togliersi dai piedi un idiota è infliggergli dolore fisico. La caratteristica fondamentale degli idioti è l'inconsapevolezza, la quale porta alla testarda convinzione di non essere idioti e di avere sempre ragione, quindi cercare di convincere un idiota a riconoscere la propria idiozia è inutile (non la riconoscerà mai), così come è inutile cercare di farlo sentire un idiota (non si sentirà mai tale), perciò tanto vale fargli male e sperare che smetta di rompere. Ovviamente questo si applica solo a quegli idioti che vi è possibile picchiare. Sì, è una vigliaccata, ma lasciatevi ricordare che non si può appiattire una categoria di persone su una definizione: siamo tutti diversi e veniamo trattati in modo diverso, se non lo accettate finirete per farvi picchiare da un idiota.

domenica 8 febbraio 2009

(L'ennesimo) Testamento biologico: un post conformista

La blogosfera è piena piena piena di testamenti biologici. Tutti che se la fanno sotto a chili dalla paura di rimanere in coma per decadi. Io neanche conosco qualcuno in stato comatoso, né conosco qualcuno che conosce qualcuno in stato comatoso, o forse sì ma non me l'ha detto e allora non conta; il punto è che non avendo mai avuto esperienze di questo genere per me la questione è tutta teoria. Ebbene, la mia teoria è questa: casomai finissi ridotto a un corpo inerme che per vivere ha bisogno di macchinari, privo di emozioni e pensieri, fatemi quello che vi pare. Tanto dubito che a me, a quel punto, fregherà più qualcosa.

sabato 7 febbraio 2009

In fondo al mar!

- Venerdì ho una festa in maschera, tema: il mare. Consigli per il vestito?
- Ariel?
- Hai idea di quante Ariel ci saranno?
- La sirenetta di Copenaghen?
- Dovrei stare seduta tutto il tempo.
- Ce l'ho, ce l'ho: Ursula!
- Affogati.

mercoledì 4 febbraio 2009

The New Yorker pt. 2

Per qualche motivo, quando penso a New York la prima cosa che mi viene in mente è l'acqua frizzante. Era talmente frizzante che quando prendevo il bicchiere sentivo le bolle saltarmi sulla mano. Passo due settimane in una delle città più famose del mondo e quello che mi colpisce di più è l'acqua smoderatamente frizzante. Forse è meglio che non tragga conclusioni.

Un'altra cosa che mi ricordo chiaramente è che appena dopo avere speso 300 dollari per un iPod touch non mi sono degnato di buttare una moneta a un tizio senza le gambe sdraiato sul marciapiede. Sul momento ho pensato a Oscar Wilde ("lo schiavista gentile è il peggiore perché impedisce agli schiavi di capire la mostruosità della loro condizione", o grosso modo così), poi ho pensato di essere una merda. Poscia ho pensato che per essere coerente avrei dovuto portare questo sentimento al suo estremo e redimermi dal mio egoismo dando tutti i soldi che ho ai barboni e trasformando casa mia in un centro sociale o una mensa per senzatetto. Infine ho pensato che io e la coerenza siamo come il gelato e il ketchup, al che ho serenamente smesso di preoccuparmi.

Al momento in cui vi scrivo, l'iPod touch provvede a incasinarmi quotidianamente l'apparato uditivo, casa mia non è diventata un centro sociale e il tizio senza gambe, per quanto ne so, è ancora senza gambe.

martedì 3 febbraio 2009

Balsorano Open

Uno sport mi piace solo se chi lo pratica rischia di rimanerci. Non me ne frega una ceppa del gesto atletico eseguito alla perfezione: se non siete lì per farvi male potete anche tornare a casa, dopati. Ogni tanto però salta fuori un'eccezione, tipo l'altro ieri quando mi sono visto la finale degli Australian Open assieme a mio fratello. Salta fuori che io e mio fratello siamo affascinati dallo stesso colpo: il dritto a tutto braccio in risposta alla prima di servizio che l'avversario ti spara in bocca a Mach 3. Anzi, abbiamo deciso che la prossima volta che andiamo a giocare ci mettiamo lì a servire più forte che possiamo finché non riusciamo a fare un colpo di quelli. Le spediremo nella ionosfera, quelle palline.

domenica 1 febbraio 2009

The New Yorker

Tempo: Agosto 2008. Spazio: Staten Island ferry boat dock.

Bag: Guarda quello... Muffin e sigaretta alle 8 del mattino.
Io: La colazione dei campioni.